CANDLE
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- Categoria: Patologie
- Creato Domenica, 30 Luglio 2017 15:46
- Ultima modifica il Mercoledì, 15 Novembre 2017 11:16
- Pubblicato Domenica, 30 Luglio 2017 15:46
Sindrome CANDLE (Chronic Atypical Neutrophilic Dermatosis with Lipodystrophy and Elevated temperature)
Definizione della malattia
La sindrome da dermatosi neutrofila atipica cronica con lipodistrofia e temperatura corporea elevata (sindrome CANDLE, dall'acronimo inglese Chronic Atypical Neutrophilic Dermatosis with Lipodystrophy and Elevated temperature) è una malattia autoinfiammatoria appartenente al gruppo delle sindromi da disfunzione del proteosoma (si veda questo termine) ed è caratterizzata da febbre ricorrente ad esordio precoce, palpebre gonfie dal colore violaceo, lipodistrofia progressiva, artralgia, lesioni cutanee purpuree e ritardo dello sviluppo fisico.
Dati epidemiologici
La prevalenza non è nota. Finora sono stati descritti dieci casi appartenenti a famiglie spagnole, ispaniche, caucasiche, ebree e del Bangladesh.
Descrizione clinica
La malattia esordisce tra le prime due settimane e i primi sei mesi di vita. I segni di esordio comprendono la febbre ricorrente e le eruzioni cutanee associate a placche anulari eritematose, che possono permanere pochi giorni-poche settimane e lasciare lesioni purpuree residue. La facies caratteristica comprende le palpebre gonfie di colore violaceo e le labbra spesse. In tutti i pazienti, sono presenti lipodistrofia periferica (per lo più al volto e agli arti superiori) e ritardo dello sviluppo fisico (peso e statura bassi alla nascita). Nella maggior parte dei pazienti, si osserva inoltre un'artralgia in assenza di artrite. Altri segni meno comuni sono la congiuntivite, l'episclerite nodulare, la condrite del naso e delle orecchie, e gli attacchi di meningite asettica. La lipodistrofia è progressiva e irreversibile.
Dati eziologici
La sindrome CANDLE è dovuta, nella maggior parte dei casi, a mutazioni del gene della subunità del proteasoma tipo beta 8, PSMB8 (6p21.3). Tuttavia, in alcuni casi, i pazienti non presentavano la mutazione di PSMB8. Questo gene codifica per una subunità dell'immunoproteasoma implicata nella proteolisi e nel mantenimento dell'omeostasi cellulare. In caso di arresto della proteolisi, possono aumentare la trasduzione del segnale dell'interferone (IFN) e lo stress cellulare. Si ritiene che questa disregolazione della via dell'IFN sia responsabile dei segni clinici osservati in questa malattia. Probabilmente sono coinvolti altri geni non ancora identificati.
Metodi diagnostici
I segni clinici sono visibili, anche se alcuni di essi possono presentarsi solo successivamente, durante il decorso della malattia. I test di laboratorio mostrano un aumento dei reattanti di fase acuta, degli enzimi epatici e un'anemia cronica. Inoltre, si possono osservare aumenti contenuti dei livelli delle transaminasi epatiche. L'analisi istopatologica delle lesioni cutanee mostra infiltrati mononucleari atipici di origine mieloide e neutrofili maturi. I pazienti presentano calcificazioni dei gangli basali. L'analisi genetica può identificare le mutazioni del gene PSMB8, confermando la diagnosi.
Diagnosi differenziale
Le diagnosi differenziali si pongono con le altre sindromi da disfunzione del proteasoma, come la sindrome CINCA, la lipodistrofia generalizzata acquisita indotta dalla panniculite, la sindrome di Sweet (si vedano questi termini), e con le altre eruzioni anulari prenatali con coinvolgimento cutaneo, come quelle presenti nella leucemia mieloide acuta (si veda questo termine).
Diagnosi prenatale
La diagnosi prenatale è possibile nelle famiglie con mutazione nota di PSMB8.
Consulenza genetica
La sindrome CANDLE ha una trasmissione autosomica recessiva ed è possibile la consulenza genetica.
Presa in carico e trattamento
Non esistono misure terapeutiche efficaci per la sindrome CANDLE. È stato dimostrato che elevate dosi di steroidi (1-2mg/kg/die) migliorano alcuni sintomi, come le eruzioni cutanee, la febbre e i dolori articolari, anche se questi sintomi, una volta alleviati, tendono a ripresentarsi. L'uso di inibitori del fattore alfa della necrosi tumorale (TNF-alfa) produce un miglioramento temporaneo in alcuni pazienti, mentre in altri scatena recidive. Il farmaco immunosoppressore tocilizumab ha dimostrato un'efficacia minima.
Prognosi
L'aspettativa di vita può essere compromessa e il decesso è spesso dovuto a un'infiammazione multiorgano. La qualità della vita è in larga parte compromessa, dato che i pazienti presentano una limitazione delle loro attività, febbre, dolore e ripetuti episodi infiammatori gravi.